Comunque, i neri piangono bianco. Le loro lacrime sono acqua limpida che scorre su sfondo scuro, più o meno come le pozze lasciate dalla pioggia per strada, che tutti fotografiamo cercando di cogliere i riflessi attorno. Quando un nero piange occorre cogliere i riflessi attorno all'acqua lasciata dalle sue lacrime. Fuori pioveva a dirotto e certamente non potevo permettere che il ragazzo tornasse a casa a piedi. Gli proposi un passaggio in auto, che accettò. Un paio di parole accoglienti. Il Covid era lontano, e ci guardavamo in faccia. E il fiato sul quale appoggiavano le parole non era una minaccia. Bensì, un ponte.
Ad un certo punto sulle guance del ragazzo una lacrima di acqua bianca. Pioveva dentro e fuori dall'auto. Mi fermo e lo lascio piangere.
Mai interrompere chi piange accanto a te. Mai invadere di domande.
La confidenza del pianto è già racconto.
Piano piano escono le parole. E il ragazzo racconta di una baracca, e di decine di ragazzi come lui con la schiena appoggiata alla parete. E di un uomo col fucile che entra nella penombra. Li guarda senza dire una parola. Sembra scegliere. Poi si avvicina a lui. Appoggia la canna del fucile sulla testa del compagno di appoggio. Spara un colpo secco. I colpi d'arma da fuoco nella realtà non sono come nei film. Sono metallici, lasciano un clangore dietro. La testa esplode, ma non subito. Lascia quelli secondi a chi assiste per sperare di aver immaginato tutto. Ma solo un secondo, forse due.
Continua il racconto con il sangue sulla spalla, con brandelli di testa, dice. Ma era materia cerebrale.
Brandelli di pensieri. Gli ultimi.
Sulla spalla del ragazzo si appoggiano gli ultimi pensieri dell'amico ucciso.
L'uomo, com'è entrato, esce.
Il tributo di sangue è stato riscosso.
Poi il barcone e le onde, e giorni d'acqua, e poi la riva della Calabria. Il resto è storia di oggi, di adesso.
Il ragazzo si asciuga le lacrime e scende dall'auto. Siamo arrivati. Adesso è a casa. Lo saluto con il pollice in su. Ricambia. Leggo l'ombra di un sorriso.
I neri sorridono bianco.
La pioggia continua a scendere. Cerca di pulire le brutte storie, la sofferenza ma ancor più l'indifferenza della gente.
Mentre rientro penso che il dolore narrato sia un dono di fiducia, e forse avrò fatto da contrappeso a tutti quelli che vedono in questi ragazzi disperati una minaccia per il proprio nulla.
Poveretti.
Tenetevi il nulla.
Io mi tengo il dolore narrato e le lacrime bianche.
Rientro a casa, accendo il pc, metto una lettera sulla scrivania accanto. È scritta a mano, ma questa storia la racconterò un altro momento.
I NERI PIANGONO BIANCO
Il tempo di lettura è di circa minuti.
Livello di difficoltà di lettura:
-
Category
Cultura e Società