Tra le magnolie del nostro lungomare Maffia può essere uno dei rami, tra le panchine una delle sue emozioni più profonde, tra i suoi versi il contagio per l’ansia dell’abbraccio da intensissimo amore (Giuseppe Bova)
È avvenuto il 26 novembre, presso l’Aula Magna dell’I.T.E. “Piria-Ferraris/Da Empoli” di Reggio Calabria, l’incontro della nostra comunità scolastica con il poeta, scrittore e critico letterario Dante Maffia, che Aldo Palazzeschi e Leonardo Sciascia indicarono come “uno dei più felici poeti dell’Italia moderna”. Hanno partecipato alla manifestazione culturale la Dirigente Anna Rita Galletta, che ha aperto l’incontro, Franco Cernuto, Presidente onorario dell’Associazione culturale Rhegium Julii, che ha promosso l’iniziativa (ed ha donato al nostro Istituto due pubblicazioni celebrative del cinquantesimo anniversario dal ritrovamento dei Bronzi di Riace) e Filippo Quartuccio, Delegato alla Cultura della città Metropolitana di Reggio Calabria. Occasione dell’incontro è l’opera di Maffia “Ritorno a Reggio”. La silloge, pubblicata nel 2019 da Città del Sole edizioni, rappresenta un segno d’attenzione e d’affetto del poeta, nato a Roseto Capo Spulico, nei confronti della nostra città. Coinvolgente la partecipazione degli allievi, che hanno fatto rivivere in parole e musica l’armonia struggente dei versi dell’autore. Nello stesso anno il sindaco Giuseppe Falcomatà, su indicazione dell’allora delegato alla Cultura Franco Arcidiaco, ha conferito a Dante Maffia, presso Palazzo San Giorgio, la Cittadinanza Onoraria di Reggio Calabria in presenza anche della sindaca di Roseto Rosanna Mazzia e della editrice Antonella Cuzzocrea.
Definire poeta Dante Maffia è certo insufficiente, a fronte della multiforme attività artistica – e davvero Maffia ha sperimentato la scrittura in tutte le sue declinazioni – ma è pur sempre la poesia il tratto distintivo della sua umanità, il suo modo di rapportarsi col mondo.
È poesia la sua Roseto, un luogo in ogni luogo; è poesia un castello sospeso tra cielo e mare, dove giungono gli echi delle storie lontane che le onde raccontano e dove s’odono i versi dei falconi cui Federico sapeva parlare (“allevò i falconi e gli dette la parola”). È poesia la contemplazione della bellezza (“senza aggettivi”).
La poesia di Maffia è un tempo senza tempo (io vivo in un tempo senza tempo, troppo dentro e troppo fuori dal mondo) in cui il passato è viatico al presente e visione del futuro. Roseto e Reggio, così simili, così Calabria entrambe, così aperte sul mare, tornano sempre ad offrirsi al poeta, che sa guardarle con occhi ammirati, non come paradiso perduto, non come rimpianto, ma con sguardi incantati e decantati sulla vita, sul mondo, sull’uomo, sulla Storia. Roseto e Reggio sono respiro di libertà, bellezza sublime e terribile insieme, che spinge lo sguardo sulla distesa spalancata del mare (“Calabria… casa aperta sul mare”) e del cielo, come presenza costante (“è sempre qui, ingombra la mia anima, la tesse e la distesse”), come l’inquietudine che assilla ed accompagna il pellegrino nel viaggio di Ulisse, arcobaleno d’incontri ed ansia d’infinito.
(Testo di Mariantonella Sciarrone, docente che ha curato l’evento)