Per capire come funziona un serial killer pare occorra pensare come lui. Ma qui abbiamo a che fare con il “vetrine killer”, perché nella notte di martedì 22 novembre, a Reggio Calabria, in particolare intorno a via Filippini, qualcuno ha vandalizzato alcune attività commerciali e non. Ecco, la sera di martedì è stata distrutta la vetrina di Spazio Open, che tra le attività commerciali rientra nella categoria "e non". Libreria e spazio aperto alla cultura, musica lettura, teatro, incontri, purché rigorosamente fuori dai canoni ingessati, Spazio Open ammetto che è un luogo per me familiare. Ho fatto cose, lì, dalla parte interna della vetrata vandalizzata. Presentato libri, miei e di altri, ascoltato, parlato. Cantato no. Non oso tanto.
È un luogo dove si provano emozioni. Quindi bello.
Ecco perché un atto vandalico va sempre oltre il danno subito, la mera quantificazione dei costi che occorrono a ripristinare lo stato di cose. In un luogo dove si ride e si piange, un atto vandalico è una violazione che arriva dentro, lascia un senso di stupore, delusione, insicurezza. Ma anche paura che fuori dalla vetrina ci sia qualcuno che non ride, non piange, non legge, non ascolta musica.
Sono i nostri eserciti contro la bruttezza.
C'è disagio, sofferenza, difficoltà, mal di vivere, fuori dalla vetrina.
Che può rivelarsi in qualsiasi modo.
Anche in questo modo.
Distruggendo paro paro ciò che capita sotto il proprio soffocato mondo.
Forse è così. Forse non lo è.
È andata.
Nessuno possiede in mano la verità.
E adesso?
Niente. Che Antonella, Franco e friends scrivano più forte, leggano gridando, cantino insieme a tutti noi.
La bruttezza si combatte a voce alta e cantando sempre più forte.
Chissà se un giorno tra il pubblico possa sedersi anche il “vetrine killer”, a leggere con noi.
Andiamo di speranza, che, come diceva l'uomo* a cui tutti attribuiscono frasi, rinasce sempre e ovunque come un fungo velenoso.
*Charles Bukowski