Lettera aperta ai politici calabresi
“La follia non è qualcosa di estraneo alla vita, ma una possibilità umana che è in noi, in ciascuno di noi” (Eugenio Borgna “la follia che in noi”)
Se un noto psichiatra e docente italiano, di grande spessore umano e intellettuale, come Eugenio Borgna, afferma che la follia in un certo senso ci appartiene, in quanto esseri umani, dovremmo porci qualche domanda nel fatto di disconoscerla e di ignorarla. Tale interrogativo, lo vogliamo rivolgere anche ai politici nostrani che, da molto tempo, vengono informati sui problemi del comparto psichiatrico che, a quanto pare, non suscitano in loro interesse. Le nostre testuali dimostranze si poggiano sul fatto che i nostri cari politici, filantropi mediatici come pochi, non si sono mai impegnati seriamente a far sì che le tante strutture psichiatriche reggine siano accreditate come meritano dopo trent’anni di serio lavoro sociale. Chi si è avvicinato a noi lo ha fatto con aria baldanzosa, in periodo elettorale e con poca voglia di sentire parlare di disagio mentale… non diamo visibilità!!!
Purtroppo lo stigma che relega la psichiatria e la rende “cenerentola” della sanità non ci abbandona mai e non ci mostra, passateci il termine volutamente provocatorio, interessanti agli occhi dei tanti e nello specifico dei politici. Vogliamo, viceversa, essere noi oggi, in piena campagna elettorale, ad invitare i canditati a sindaco e tutti i politici reggini ad un serio confronto sulla questione messa in evidenza. La politica non può disinteressarsi dei disabili, dei più deboli e di chi tiene a loro e li cura nel rispetto: DEL LORO MODO DI ESSERE NEL MONDO. Questa lettera aperta ha l’intento di suscitare in voi, cari politici, una seria riflessione sulle oscurità dell’anima che ci appartengono in quanto esseri umani e quanto umano impegno serva a prendersi carico di tanta sofferenza.
Il disagio mentale (non usiamo volutamente il termine riduttivo malattia) ha radici esistenziali antiche e merita maggiore attenzione. Aspettiamo, quindi, un vostro invito per poterci confrontare e magari risolvere definitivamente quanto segnalato. Accreditare le strutture serve a dare dignità e serenità, mettendoci in grado di poter svolgere il nostro mandato sociale nel miglior modo possibile. Noi affermiamo con la fermezza di sempre che continueremo nel nostro percorso fin quando i problemi dei servizi psichiatrici non saranno risolti.
Il nostro è un impegno morale, crediamo negli ideali che hanno animato l’opera di Basaglia e che oggi tendono ad essere oscurati da una politica disattenta e poco propensa alle umane fragilità… che appartengono anche a loro!!!
Rimaniamo in attesa di cordiale riscontro da parte di qualche politico volenteroso e soprattutto intenzionato a fare fatti e non parole.
Lettera firmata dai dottori Giuseppe Foti, Vincenzo Barbaro e Filippo Lucisano-CooLaP