Tutto parte da un viaggio, dal viaggio che congiungeva due culture, due nazioni, da una città nei pressi di Parigi, il treno doveva arrivare in Sicilia.
Marielle era piccola e per lei quello era il viaggio delle meraviglie, perché nelle lunghe ore in treno poteva vedere il mare, e una volta arrivata sulla punta dello stivale, l’Etna in lontananza, aldilà dello stretto era il segnale che mancava poco alla meta…
Marielle Stella è nata in Francia nel 1967 a Chartres, dove ha vissuto per 20 anni per poi trasferirsi in Sicilia, nel paese di origine dei suoi genitori. Marielle ha sempre avuto la passione per l’Arte e il restauro e una manualità unica, non a caso fin da piccola i suoi luoghi preferiti erano, la bottega del falegname, il negozio del ferramenta e il calzolaio.
Questo breve racconto ci porta alle origini della creazione di “U Mungibeddu” una creazione che ha visto 3 eccellenze italiane collaborare insieme: Marielle Stella Designer internazionale, l’artista Pino Labarbera e il Cappellificio “Cervo e Barbisio 1897” di Biella che, con oltre 150 anni di storia alle spalle, è oggi l’unico erede della tradizione del cappello biellese. Nel cuore della Valle Cervo, a Sagliano Micca, un piccolissimo comune disposto ai due lati del torrente, sorge lo stabilimento delle maison, una tipica fabbrica ottocentesca, con i classici capannoni industriali, macchinari originali dei primi anni del ‘900, un’alta ciminiera che svetta e una vecchia insegna che ne ricorda la storia.
Le opere di Labarbera, come ha scritto la critica d’arte Ornella Fazzina, “si muovono su un doppio registro percettivo, dove la pesantezza viene annullata dalla leggerezza, la materia dalla trasparenza, creando una diversa esperienza estetica. Un corpo materico che si svuota della sua stessa struttura primaria mettendo, però in luce, l’anima del luogo, la sua memoria storica, secondo una visione che appartiene alla sfera mentale. L’artista si adopera a creare un nuovo sistema simbolico per mezzo di una personale elaborazione concettuale, facendo emergere metafore e poetiche del proprio mondo interiore che tende verso l’assoluto.”
L’approccio che l’artista calabrese ha quando descrive con i suoi pennelli l’Etna non è per niente contemplativo, caratteristica che lo contraddistingue è il contrasto tra i colori forti ed essenziali, evocativi e simbolici che rendono il vulcano quasi un’entità divinatoria davanti alla quale l’osservatore deve accostarsi con timore e rispetto.
Sono proprio quei tratti quasi primitivi che appaiono sopiti che invece vengono stravolti dall’incisivo segno del colore rosso che sgorga direttamente e senza ostacoli dalle viscere della terra…
Questa stessa potenza Marielle è stata in grado di trasferirla in “U Mungibeddu”.
Il risultato del connubio tra moda e arte ha sempre rappresentato un tributo importante per la creatività in tutte le sue forme e anche questa realizzazione racconta di una perfetta mescolanza tra la tradizione, la cultura e l’impeccabile sartorialità italiana.
Dobbiamo fare un salto temporale di qualche anno, e tornare agli anni Trenta, per parlare del sodalizio delle due arti, Moda e Design grazie alla collaborazione tra Elsa Schiaparelli e Salvador Dalì. Elsa Schiaparelli ha dimostrato sin dagli inizi della sua carriera di essere in grado di tradurre l’arte in moda, ma con Salvador Dalì ha trovato la sua massima espressione. Il primo capo iconico frutto del connubio tra moda e arte è stato l’Abito Aragosta
Veniamo ora alla creazione di Marielle Stella, “U Mungibeddu” appunto.
La base del mosaico è un cappello in lana riciclata (feltro) quindi ecosostenibile come il resto dei materiali utilizzati, considerando la malattia che da anni accompagna la Designer italofrancese (MCS sensibilità chimica multipla), Marielle Stella da anni convive con questa patologia che porta il nostro organismo a non tollerare un certo ambiente chimico o una certa classe di sostanze.
Smalti di vari colori fatti di proposito, senza sostanze tossiche e dannose (piombo, arsenico ecc.), argilla con polvere di metallo arrugginito e come collante la malta.
La peculiarità dell’opera è l’effetto giorno e notte grazie agli smalti fosforescenti.
Marielle ha lavorato molto sul cappello di base per trasformalo in una base rigida perfetta per posizionare i tasselli scelti del mosaico. Un perfetto connubio tra l’Arte musiva l’arte pittorica e la Moda.