Stanotte ho dormito che era mattina. Non ricordo cosa ho sognato. Ricordo solo turbolenze alla serenità del sonno. Tutti sappiamo che la notte può essere uno spazio di pace, o un inferno. E nelle pieghe delle ore brevi riportiamo i fatti del giorno, trasformati in altro. Steccato di Cutro toglie il sonno a tutti. A me, scrivente onirico del Mare di Kubra, facile profezia di un disastro in acqua e di un distacco da madre, tornano volti. Ovvio che ho dormito male e sognato peggio. Il giorno prima avevo scelto di non aderire all'appello ecumenico alla preghiera ed al silenzio. Di fronte a sessanta morti di tutte le età, e un terzo bambino, il silenzio è indifferenza, e l'urlo è lotta. Steccato di Cutro è una vergogna per l'umanità che si gira dall'altro lato, il lato comodo della vita. E non è assolutamente una tragedia dell'immigrazione clandestina, come dice la Premier Meloni. È tragedia della assurda colpevolizzazione, anzi, clandestinizzazione dell'immigrazione.
E ripetere come un mantra che occorre evitare le partenze è stupidaggine accettata soltanto da chi guarda al proprio giardino come fosse il mondo intero. La gente che sceglie il mare, pur non conoscendo le onde, è risoluta a partire perché sa ciò che lascia.
Noi non lo sappiamo.
Il mondo occidentale dal ventre pingue non conosce i morsi della fame, l'aridità della polvere senza acqua. Tuttavia, il dolore non ha senso se non si trasforma in reazione.
Qui e là i destrorsi chiedono di non speculare sui morti, come se il pensiero critico su politiche castranti ogni forma di accoglienza, da Lucano in avanti, fossero speculazione. Sappiamo, e non ci dobbiamo stupire, che il pensiero diverso, per le forze totalitarie, è già speculazione. La destra fa la destra.
Altrove però occorre reazione. Sarebbe forse utopia che le forze di opposizione trovassero il coraggio di occupare il parlamento fin a raggiungere l'abolizione dei decreti sicurezza, degli accordi con la Libia e di ogni norma assassina che colpevolizza i potenziali salvatori, come per esempio le ONG?
La gente deve essere libera di circolare nel mondo senza muri e barriere, come in terra come in mare.