La magnifica Taormina, a un tiro di schioppo dalla nostra costa Jonica ma lontana anni luce in quanto ad attività turistico ricettiva!
Location straordinaria ed impareggiabile per ogni tipo di eventi, figuratevi poi quando si tratta di enogastronomia. Con Antonella Cuzzocrea abbiamo seguito la tre giorni della nona edizione di Taormina Gourmet, tra le terrazze e i saloni dell’Hotel Villa Diodoro che mantiene un fascino immutabile, nonostante gli acciacchi dell’età presenti soprattutto negli arredi e nei rivestimenti.
Taormina Gourmet, organizzata dal giornale Cronache di Gusto, è il più importante evento del Sud Italia dedicato all’eccellenza nel food & beverage. Accolti dalla bravissima collega, responsabile dell’ufficio stampa, Silvana Polizzi Sabino abbiamo trascorso tre giorni di intense emozioni associate al palato, all’olfatto e alla vista ma anche al piacere della convivialità con colleghi e produttori di tutt’Italia. Tre giorni di master class con i più noti esperti del mondo del vino, cooking show di chef geniali e di pizzaioli visionari, banco d’assaggio con oltre 60 cantine top da tutta Italia e 180 vini in degustazione. Qualità garantita da un’attenta selezione in sinergia tra Cronache di Gusto e la Guida Essenziale ai vini d’Italia di Daniele Cernilli.
L’evento clou, vista la dimensione internazionale, è stato certamente il “Sicilian Wine Maestro” prima edizione di una “sommelier competition” finalizzata alla scelta del più bravo sommelier d’oltre oceano. Il tutto grazie a una sinergia tra il Consorzio Doc Sicilia e l’agenzia di PR Colangelo & Partners di New York che hanno scelto proprio Taormina Gourmet per la fase finale del contest. Il vincitore della prima edizione del “Sicilian Wine Maestro by Sicilia Doc: sommelier competition” è risultato Michael Klinger, 43 anni, di Charlotte in North Carolina. L’agenzia Colangelo aveva selezionato nei mesi scorsi tre sommelier statunitensi ritenuti più bravi nella scoperta, nella descrizione e nella valutazione dei vini siciliani.
Michel Klinger è attualmente wine director di tre ristoranti in North Carolina ed è un sommelier di terzo livello avanzato presso la Corte dei Maestri Sommelier.
“Sono felice e orgoglioso di questo premio -ha detto Klinger- voglio dedicare la mia vittoria a mia figlia Elise”.
I finalisti che si sono contesi il titolo di Sicilian Wine Maestro sono tre: Klinger ha avuto la meglio su Matt Lynn di New York e su Madeline Jimerson di Aspen. A giudicare i tre sommelier è stata una giuria autorevole, formata da Jeff Porter, giornalista di Wine Enthusiast, Robert Camuto, giornalista di Wine Spectator e Antonio Rallo, presidente del consorzio Doc Sicilia. I tre finalisti si sono prima confrontati davanti alla giuria a porte chiuse e poi durante una masterclass aperta ai giornalisti e ai wine expert presenti a Taormina Gourmet.
Tra i tanti eventi che abbiamo seguito, non posso non segnalare la masterclass di Andrea Spedicato, uno dei sommelier del Geranium di Copenaghen, ristorante numero uno al mondo secondo la “Word’s best restaurants”, che ha relazionato sui vini che si bevono di più al Geranium; molto bravo Spedicato ad orientare la scelta della clientela in direzione della qualità e della correttezza dei produttori, ben sapendo che la scelta dei clienti di un ristorante di quel livello è più suscettibile alle maree del mercato che a quella del consumo consapevole.
Altro evento straordinario è stata la lectio magistralis (più che master class) del mitico Attilio Scienza con “I vini del domani”, degustazione di dieci vini “fuori dal coro” (la definizione è mia). Attilio Scienza, nomen omen, è, per chi non lo conoscesse, uno scienziato e uno storico dell’enologia. Durante la degustazione dei dieci vini ci ha illuminato e deliziato con le sue teorie che, per brevità, riassumo in temi chiave: “È l’uomo il problema”, “Si pianta il vitigno che va di moda, non quello che va bene in quel luogo”, “Piantare uva nei borghi abbandonati, sopra gli 800 metri. La mistica delle macerie”, “Dobbiamo salire d’altitudine”, “Ritorno al futuro”, “Il malcontento sta generando avanguardie rivoltose che sposano correnti come il ritorno ai rifermentati, alle macerazioni, al non utilizzo di solfiti, alle tecniche biodinamiche, solo per fare alcuni esempi”. Attilio Scienza, ritiene che sia più indicato realizzare una viticoltura singolare in funzione del luogo in cui la si pratica, senza cadere in una viticoltura artificiale e poco sostenibile, con l’utilizzo di agenti esterni solo per incrementare la quantità di produzione. Non bisogna fare l’errore di piantare i vitigni famosi ovunque, guidati dal mero aspetto commerciale. Scienza ha citato l’esempio dei commercianti veneziani che “hanno piantato Malvasia un po’ dappertutto nel Bel Paese, facendo diventare questo vino un prodotto come molti altri, a discapito della territorialità e, per soddisfare una richiesta commerciale, oggi ci troviamo con più di trentotto vitigni con lo stesso nome nella fascia adriatica, i quali non hanno tra loro alcuna parentela. Questo non è assolutamente un modello da ripetere, il vino tipico di un posto può solo diventare una brutta copia di questo se fatto in un territorio diverso e magari poco favorevole.”
Condivisibile, infine, l’appello di Attilio Scienza a rivedere i canoni della comunicazione che, molto spesso, non riesce a star dietro all’evoluzione virtuosa del lavoro dei vignaioli. La comunicazione è ancora attratta dal luccichio di mode che lanciano prodotti banali e di scarso valore, “sarebbe necessario avviare un trend innovativo che dia valore alla buona scrittura e che vada oltre la dimensione digitale ridando peso al mondo cartaceo che tendiamo a trascurare sempre più. Il mainstream tende a narrare storielle accattivanti, bisogna invece che i giornalisti del settore vadano, con curiosità, umiltà e trasparenza, alla ricerca di belle storie che conducano il lettore alla scoperta del mondo enologico più genuino e intriso di passione”.
Musica per le mie orecchie e delizia per il mio palato con una degustazione approfondita del vino del mio privilegio della serata: Albarossa 2018 di Michele Chiarlo, dove ho scovato l’essenza del pensiero di Attilio.
Grazie a condizioni meteo più che primaverili, ci siamo anche goduti anche momenti di relax tra le strade e i viottoli di Taormina e la chilometrica spiaggia di Giardini Naxos (ancora attrezzata di ombrelloni e locali… mentre in Calabria abbiamo smantellato tutti gli stabilimenti balneari il 28 agosto…). Naturalmente non abbiamo mancato di abbracciare il nostro amico e autore Mario Bolognari, sindaco di Taormina, stimato antropologo ma anche raffinato gourmet.
Franco Arcidiaco