Arriva su Netflix la serie TV di One Piece, tratta dall’omonimo manga di Eichiro Oda ed è subito in cima alle classifiche di tutto il mondo.
Sin dal primo trailer del Live Action di One Piece, le opinioni dei fan sono state assolutamente critiche. Il tentativo da parte di Netflix, di trasporre il mondo creato dal leggendario mangaka nel regno delle serie TV, è stato accolto con non poco scetticismo e dubbi sulla reale necessità di questo progetto.
D’altronde, realizzare un prodotto del genere partendo dal manga più venduto di tutti i tempi, è un’impresa che scoraggerebbe, o comunque desterebbe diffidenza in chiunque. E tra i primi a esprimere il proprio disappunto, non posso che includermi anche io, avendo trovato le immagini mostrate inizialmente assolutamente preoccupanti e ritenendo di trovarmi di fronte all’ennesima forzatura della macchina hollywoodiana (come già successo in passato con i Live Action di Death Note, Cowboy Bebop e tanti altri). Ho comunque deciso di dare una chance al One Piece Netflixiano, anche solo per poter sostenere le mie titubanze con maggiore consapevolezza. E in tal proposito, poche volte sono stato così soddisfatto nell’essere smentito e cambiare idea su un qualcosa.
La serie inizia come nel manga originale: in un mondo dove gli oceani e il trasporto via mare determinano la nascita e la caduta di interi regni, sono i pirati a farla da padrone. E tra questi, il Re dei Pirati Gold Roger sta per essere giustiziato per mano della Marina Militare. A pochi istanti dalla fatale condanna, il corsaro lancia una sfida al mondo intero, dichiarando di avere nascosto tutte le sue ricchezze in un unico posto (in “One Piece”, per l’appunto) e dando perciò il via a una sfida tra tutti i bucanieri esistenti per ottenere il bottino e divenire nuovo Re dei Pirati. Di lì a poco facciamo la conoscenza del nostro protagonista, Luffy (Iñaki Godoy), un ragazzo speranzoso quanto ingenuo e incredibilmente pieno di vita, il cui sogno è proprio quello di mettere le mani sul One Piece, superando anche Gold Roger in persona. Per realizzare il suo desiderio dovrà però creare la sua personalissima ciurma, affrontando alcuni dei pirati più pericolosi e spietati in circolazione e tentando in tutti i modi di sfuggire dalle grinfie della Marina.
Sin da subito appare evidente una cosa, ossia l’amore per il mondo e per i personaggi creati dal maestro Oda. Sempre più spesso assistiamo a trasposizioni da fumetti e libri che sembrano quasi vergognarsi del materiale originale: personaggi che vengono eccessivamente “normalizzati”, o situazioni fantastiche semplificate all’inverosimile per paura che il grande pubblico possa ritenerle troppo da ragazzini. Non è però questo il caso. Immediatamente sarete trasportati nell’universo dei pirati più famosi del Giappone, in un trionfo di make-up, parrucche colorate e personalità fuori dal mondo. E da amante del manga originale, nonché dello stile cartoonesco e iconico di Oda, non posso che osannare la cura con cui si è tentato di trasportare One Piece in questo nuovo medium, grazie a effetti pratici, ambientazioni e costumi ricercatissimi. Certo, alcuni personaggi sono stati ovviamente ridimensionati anche per questioni visive (e di budget), ma nel complesso la resa scenografica è di ottimo livello. Non posso però dire altrettanto delle scene di combattimento e di alcuni utilizzi della Computer Grafica. Le prime soffrono di un’eccessiva legnosità e mancanza di “impatto”, sebbene abbia apprezzato il richiamo ai nomi originali delle mosse utilizzate dai protagonisti. Per quanto riguarda la CG, il risultato è un po' altalenante: si passa all'ottima resa di città e vascelli, ai meno riusciti effetti delle abilità speciali dei personaggi (Bagy su tutti, ma, ahimè, anche quelle di Luffy).
Tuttavia quello che mi ha davvero convinto di questa serie, sono i personaggi e la loro ottima caratterizzazione. L'opera originale è ormai leggendaria soprattutto per i suoi protagonisti, e gli attori scelti hanno dato vita a delle interpretazioni assolutamente in linea con questi iconici personaggi. La sensazione che gli interpreti si siano assolutamente appassionati al proprio ruolo è evidente sin dalle prime scene.
Iñaki Godoy è perfetto come Luffy, ogni sua frase è infatti carica di eccitazione e del bambinesco trasporto tipico del pirata dal Cappello di Paglia. Ma così come lui, anche gli altri membri della ciurma, come lo stoico spadaccino Zoro (Mackenyu), la tenace ladra Nami (Emily Rudd), il sempre pieno di risorse Usopp (Jacob Romero Gibson) e l’affabile cuoco Sanji (Taz Skylar), sapranno di certo conquistarvi grazie al palpabile affiatamento tra loro, riuscendo a portare su schermo le dinamiche e i rapporti di lealtà tipici del manga originale. A questi si aggiunge un cast secondario di tutto rispetto, specialmente per quanto riguarda i coloratissimi e minacciosi antagonisti, che daranno non poco filo da torcere ai nostri pirati.
Interessante la scelta di rimaneggiare alcune vicende, dando più spazio agli elementi secondari della storia e anticipando numerosi avvenimenti rispetto alla trama originale.
Un'operazione questa, che probabilmente darà i suoi maggiori frutti nelle stagioni future, ma che nel frattempo permette anche agli appassionati del fumetto originale di rimanere sorpresi più di una volta e ai nuovi fan di seguire in maniera più "seriale" l’evolversi degli eventi.
Insomma, One Piece non è una serie perfetta, ma riesce nel difficilissimo compito di trasporre in maniera più che godibile uno dei manga più amati di sempre e, al contempo, di sfatare la maledizione dei tanto temuti Live Action. Sono certo che sia i fan della prima ora più aperti mentalmente, che chi si approccia per la prima volta al sogno di Luffy e compagnia di diventare Re dei Pirati, non potranno che rimanere piacevolmente sorpresi. All'arrembaggio!