Già me li vedo gli insegnanti con due cestini.
Uno con le patatine e uno con i pisellini. E man mano che entrano i bambini, consegnare loro "l'identità di genere".
A qualcuno entrambi. A qualcuno, nessuno.
Ecco, è esattamente l'affermazione di un senatore della Repubblica nella turbolenta seduta del 27 ottobre scorso, dove è stato seppellito il disegno di legge contro l'omofobia, la transfobia e l'abilismo.
"Intendono assegnare il sesso ai bambini che ancora non sanno di avere un sesso".
La coglionella del cestino l'ho aggiunta io, per non piangere.
E chiudiamola qua, perché altrimenti la frustrazione di pagare con i nostri soldi questi emittenti di corbellerie è montante.
E sposta l'oggetto del ragionamento.
Intanto non intendo lanciarmi in esegesi della legge.
L'ho già fatto mesi fa, e non solo io.
La risposta degli avversi era sempre basata su fantasie interpretative. Per cui, meglio non sprecare tempo e fiato ma anche shampoo, a lavare la testa all'asino.
Voglio soltanto esprimere sdegno e distanza non solo politica, quella c'è già, ma anche umana, da quell'agglomerato confuso di senatori della Repubblica che hanno esultato alla bocciatura del DDL, come fossero allo stadio.
Cosa è accaduto di tanto importante da meritare siffatta gioia?
Ma hanno esultato per la "vittoria" in Senato, e quindi politica, ovvero lo spostamento degli equilibri verso destra rispetto alla sinistra, oppure perché si compie sempre di più il disegno di restituire medioevale moralità ad una Nazione che dibatte più sui diritti civili che su tematiche che strozzano lo sviluppo e la crescita di un intero popolo?
Possono essere mai divisivi i diritti civili?
Eppure, se ci pensiamo, tutte le norme di civiltà hanno avuto un iter parlamentare contrastato.
E questi contrasti sono quasi sempre nascosti in cavilli giuridici, mentre la realtà è un altra, e va gridata forte e chiara, come una nuova resistenza. Esiste una destra retrograda, che fa leva sulle paure della gente, che sposta i problemi veri del paese identificando nel migrante e nell'omosessuale, in particolare, le porte verso una società libertina e islamica degna del miglior fumetto di fantascienza anni Sessanta.
E la gente dimentica di dover fare il giro dei Pronto Soccorso ospedalieri della provincia per una visita urgente, di non avere acqua nelle case, di assistere alla partenza dei propri figli per poter lavorare prima dei quarant'anni e tante altre oppressioni quotidiane perché la società si imbarbarisce a causa dell'amore omo.
E niente, picchiatele pure per futili motivi, due ragazze che si baciano sulla panchina del lungomare.
Rappresentate pure la famiglia con il padre a capotavola e la madre e la figlia femmina che lo servono, rigorosamente dopo aver detto la preghiera ad un Dio dell'eguaglianza.
Ad un Gesù crocefisso invano.
Ma non sono credente, e mi tengo la percepita blasfemia di un dubbio atroce.
Insieme ad un altro dubbio più terreno.
Ma l’Italia è rappresentata da quei soggetti, strapagati con i nostri soldi, per gioire a causa della distruzione di una legge di tutela, oppure un popolo che saprà da domani scendere in piazza per i diritti civili e umani calpestati tra accordi sottobanco e protetti dall’anonimato?
Da questa ulteriore cassazione del riconoscimento dell’epoca nella quale viviamo saprà nascere una nuova resistenza?
Cominciamo. Piazza Camagna, 30 ottobre 2021, Reggio Calabria.