NEL TEATRO DELL'ASSURDO IL SIPARIO S'È CHIUSO ... … MA C'È CHI ANCORA RECITA A SOGGETTO
La patetica e strampalata teoria secondo cui gli incendi che hanno distrutto l’Area Protetta sono “partiti dalla periferia di Reggio” è miseramente sprofondata.
Che fosse una fantasiosa storiella lo sapevano tutti; soprattutto quanti, in questi drammatici giorni, hanno analizzato e processato con serietà e responsabilità i dati e le informazioni satellitari, attraverso cui è stato possibile rappresentare la distribuzione e l’evoluzione spazio-temporale degli incendi che hanno interessato tutto il territorio della Città Metropolitana.
La pluralità delle fonti e la eterogeneità dei soggetti che sono pervenuti alla stessa conclusione non lascia alcun dubbio: i catastrofici incendi sviluppatisi all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte sono “autonomi”, indipendenti”, in nessun modo “connessi” con la periferia di Reggio. D’altra parte, sarebbe bastato sentire la voce di chi c'è stato o tracciare una linea tra due punti per rendersi conto della vacuità e della inconsistenza di quella teoria.
La recita è finita, dunque. Adesso ci si dedichi a comprendere, ad ogni livello, cosa ha impedito di salvare le vite, l'immenso patrimonio naturalistico dell'Area Protetta e il lavoro dell'Uomo.
È triste costatare, tuttavia, che alla commedia si sia aggiunto anche il “panegirico” interpretato da chi, avendo inspiegabilmente lasciato le altezze della parola, è rimasto impigliato nel garbuglio di quella “matassa”.
Ma, l’aver preso lucciole per lanterne ha generato una più pericolosa deriva culturale ed intellettuale: l’idea, cioè, che vi siano due mondi che non possono e sanno comprendersi, due popoli separati, due diverse umanità; da una parte, la “stirpe” della Montagna, autentica e leale; dall’altra, la “razza” della Città, ingannevole e traditrice.
Sappiate, invece, che questo lutto è Universale!
È il dolore di chi è nato accanto alla quercia e di chi vi ha scoperto la sua ombra molti anni dopo, e non per questo piange di meno. E mentre il Mediterraneo, l’Europa e il Mondo sanno che con l’Aspromonte ha bruciato una parte di un Tutto Uno, c’è chi, in questo piccolo frammento di terra sepolto dalle ceneri, si esercita a distribuire titoli di dignità a seconda dell’altitudine in cui si è compiuto il primo vagito.
Ai criminali incendiari, invece, diciamo: voi siete morti in quell'atto. Ovunque abbiate mosso la vostra mano maligna, dal livello del mare alle alture montane, siete già elemosina per la Storia. Vi perdoneremmo in vita ... Se la vostra colpa non vi avesse già assegnato una muta sepoltura nel profondo abisso in cui cade chi non ha vergogna.