Vivere significa incontrare ostacoli: se durante la crescita abbiamo la fortuna di avere accanto adulti maturi, in grado di aiutarci ad affinare il pensiero per trovare il nostro cammino, saremo capaci di affrontare ogni problema con la dovuta razionalità, ammorbidita dalla forza del cuore, componenti ambedue necessarie per risolverlo al meglio.
Bernardo, il giovane protagonista del romanzo di formazione di Francesco Idotta, è fortunato perché, in un periodo di confusione interiore qual è quello dell’adolescenza, incontra il vecchio Ortenzio che, attraverso le storie dei miti greci, gli aprirà le porte della conoscenza interiore: miti greci modificati e interpretati dall’anziano narratore, in modo che Bernardo possa coglierne gli aspetti che lo riguardano e che lo aiuteranno a non perdersi nel labirinto celato in ognuno di noi.
Ho scritto che Bernardo è fortunato, ma quando apriamo il libro e lo incontriamo non è questa la parola che ci viene in mente perché è un ragazzino vittima di bullismo. Bernardo è diverso dagli altri: ama leggere, ama la musica, ama la natura, ama gli animali, è sensibile alla bellezza e la scopre in ogni cosa, e forse è proprio questo che gli altri non gli perdonano, è troppo distante dagli schemi ordinari, non è facilmente catalogabile, così viene costantemente picchiato, umiliato e deriso da un gruppetto di compagni di scuola; in famiglia, per quanto amato, qualcosa non funziona più come prima a causa dell’ambiente sociale inquinato dalla mentalità mafiosa, e la scuola, che dovrebbe far da supporto alla sua crescita, è invece un luogo di sopraffazione fisica e psicologica da cui vorrebbe fuggire, infatti, nonostante sia un ragazzino che ama apprendere, aspetta le vacanze natalizie come una boccata d’ossigeno.
E proprio queste vacanze segneranno una svolta positiva nella sua vita grazie appunto all’incontro col saggio Ortenzio e con suo figlio Sam, che arricchiranno il suo animo già predisposto alla conoscenza perché Bernardo è un terreno fertile che egli stesso ha iniziato a coltivare con la lettura e con la musica. La musica in particolare lo affascina, gli fa scoprire mondi di emozioni e sensazioni mai conosciute: con le vibrazioni del rock, quello di Neil Young in particolare, entra in armonia con sé stesso, onde musicali lo percorrono sia quando ascolta la musica, sia quando è egli stesso a ricrearla con la sua amata chitarra. Questo ragazzino dal carattere dolce, così attratto dalla bellezza della natura, curioso di apprendere, che ama far sue le storie che ascolta, che è alla ricerca dell’armonia del mondo, mi ha fatto pensare a un adolescenziale principe Myškin, il protagonista del romanzo L’idiota di Fëdor Dostoevskij. Lo scrittore russo voleva rappresentare Myškin come la personificazione della bellezza vista non dal punto di vista fisico, ma come sintesi della vita, un uomo assolutamente buono, compassionevole: tutte doti che Bernardo ha.
E se, come diceva Pascoli, è dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi ... ma lagrime ancora e tripudi suoi questo romanzo di formazione serve anche ai grandi, a quegli adulti consapevoli di conservare, insieme alla meraviglia e alla sensibilità del fanciullino, una parte fatta di paure ancora da affrontare, dovute a turbamenti vissuti nella delicata età dell’infanzia e dell’adolescenza.
“Lo chiederò a Neil Young” di Francesco Idotta, Città del Sole edizioni