Tra febbraio e settembre 1943 il comune di Rizziconi è un luogo di violenza e morte. L’eccidio nazista, avvenuto a ridosso dello sbarco e dell’avanzata angloamericana in Calabria, provocò la morte di 17 persone e di 23 feriti: una strage di civili innocenti.
Per raccontare questo terribile frangente, Donatella Arcuri scrive “Quanta storia in mezzo”. Un’opera a metà strada tra il romanzo e il saggio storico, tra la memorialistica e la cronaca, tra il diario e la testimonianza e che rappresenta, inoltre, una tappa fondamentale del progetto “6 settembre 1943 – Un futuro per la memoria”, realizzato dall’Associazione Solidal’è, guidata da Giusy Pappatico.
“Un futuro per la memoria” è un viaggio che ci porta, grazie a una scrittura di rara chiarezza, in un Sud Italia sempre generoso e accogliente, alla scoperta di tante piccole storie di guerra e povertà, coraggio e amicizia. Per raccontare queste storie, la scrittrice parte dalla storia di un uomo che torna al paese natio e che con la trama dei suoi ricordi ricostruisce la storia di anni difficili. Per farlo la Arcuri ha dovuto pescare tra i ricordi dei racconti di guerra dei genitori, approfondire e ricordare le pagine di storia che ha illustrato per tanti anni nei licei e attivare la sua grande immaginazione. Non si tratta di un libro di storia, ma di un testo fatto di suggestioni e racconti che rendono il senso della bellezza della storia, non solo della sua tragedia.
Donatella Arcuri lavora con le identità e con le storie e aggiusta i ricordi. Su sua iniziativa si è infatti costituito il Comitato, da lei coordinato, che ha promosso l’inserimento del misconosciuto eccidio nazista di Rizziconi, del 6 settembre 1943, nell’Atlante delle Stragi nazifasciste in Italia.
Donatella Arcuri, calabrese di nascita, vive e lavora da molti anni a Roma. Che fosse una grande scrittrice lo si poteva intuire già dai suoi numerosi saggi di argomento storico e filosofico e dai suoi “La Melagrana di Persefone” (Rubettino, 2011) e “Cronache di scala minore” (Città del Sole Edizioni, 2013): due raccolte di racconti che racchiudono un microcosmo di storie ambientate in una Calabria luminosa e affascinante. “Quanta storia in mezzo” è l’opera che conferma la sua bravura.
“Molte strade diverse mi hanno condotta a questo libro, non tutte rettilinee e facili da percorrere, ma di certo posso dire che questa storia mi ha cercata, e forse inseguita negli ultimi anni”, scrive la Arcuri nella post-fazione del romanzo. E noi ringraziamo questa storia per averla rincorsa così bene e ringraziamo l’autrice per averci dato l’opportunità di leggere e raccontare la sua opera.
Un libro per ricordare e per imparare a leggere la realtà, per formare le nuove generazioni ed emozionarsi. Da regalare e regalarsi.