L’esigenza di scrivere deriva da una lotta interiore. Spesso non ha vincitori, questa lotta. È uno stallo, un equilibrio, un sistema di pesi e contrappesi dentro gli autori. È un po’ come sentire idee confuse e dare loro una nuova vita. È il sentire mosso dal vento. Questa frase rappresenta un voluto prelievo dai titoli dei lavori dei due autori Antonella Ammendolia e Mario Alberti. Scrivere è esigenza di comunicare a sé qualcosa. Ma ad un certo punto significa che quel “qualcosa” deve giungere ad altri. Poiché tutti, in un modo o nell’altro, parliamo della condizione umana. Ciò che riguarda noi, riguarda anche altre persone. Perché siamo parte del tutto. Perché non esiste un noi e un loro. Perché scrivere è pedagogia, è etica sociale. Non si può combattere con il solo istinto, con le armi, con la brutalità irrazionale. Si lotta con l’intelletto. Si lotta con il ragionamento. Si lotta sradicando anni e anni di stereotipi. Poiché si parte dal linguaggio, dalla comunicazione. Siamo proprio noi a creare gabbie, a definire cosa è il nero e cosa è il bianco. Con la lettura si inizia a capire che la tavolozza dei colori della vita è molto più che rigide schematizzazioni mentali. E quando due scrittori si incontrano e sentono quell’esigenza di controcultura, spingendo sui confini, ecco a voi il miracolo della lotta non armata. Può attraversare confini, senza ferire, comincia a permeare nell’animo di chi ascolta, anche solo per lo sfavillio di un istante. Mette in moto i pensieri, accarezza il cuore. E dona lenti nuove per osservare oltre i limiti che, per interessi, questa cultura ci ha imposto. “Fil rouge, storia di un vissuto e di un sentire” e “Il posto del vento” hanno in comune l’origine delle parole lottate inizialmente in un terreno intimistico, interiore. Ma poi esploso nella coscienza civile e nel dovere di confrontarsi con lettori su tematismi come diritto della donna ad autodeterminarsi, sulla ribellione come dovere verso sé stessi, sul giusto posto che ogni essere umano ha la prerogativa di dover occupare nel mondo. Due libri che si intrecciano, che portano avanti con la penna battaglie che si perdono nel tempo. E lottano, pagina dopo pagina, parola dopo parola. Perché, come scriveva Emily Dickinson “non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola.”
Mario Alberti con Antonella Ammendolia