Il «mondo al contrario» teorizzato dal generale Roberto Vannacci è stato realizzato. Il consigliere di Matteo Salvini, Claudio Borghi che attacca Sergio Mattarella. Magistrati che vengono sorteggiati al CSM. La sottosegretaria Pina Castiello che, al posto delle candeline, festeggia con la torta con la «Decima». Francesco Lollobrigida che discetta: «Se te devi a na canna, fattela bene». Sovranità europea? Sovranità italiana? La campagna elettorale europea si interroga su chi, nel sovranismo oramai acclarato e metabolizzato, sia più sovranista di un altro. Più Europa, Meno Italia; Più Italia, Meno Europa. Intanto il premierato prende piede e Giorgia Meloni dichiara: «E’ la sinistra che non rispetta il Colle». Con un’autentica «torsione» (del resto, non è questo «il mondo al contrario»?): non si sottraggono poteri al Capo dello Stato… Boh. Il «mondo al contrario» - nella «terra di mezzo» tanto cara ai tolkieniani-meloniani – che è stato realizzato mette «fuori sesto» (sono le parole di Amleto nel primo atto della tragedia di Shakespeare: «The time is out of joint»: «I tempi sono andati fuor di sesto») quel che restava del Welfare State, della solidarietà, della tolleranza e dell’inclusione, dell’accoglienza. Tutti valori che facevano parte del «Mondo «A favore» che, oramai andato «fuor di sesto» non trova più nessuno che lo possa riparare, aggiustare, ricomporre. Vannacci dunque c’è riuscito: quello che prima era giusto adesso è ingiusto, quello che non si poteva fare ora si può fare. Ma avere «dissestato» il mondo non fa dei danni solo al «mondo»; se una porta è uscita dai cardini io ho due strade davanti a me: ve la posso far rientrare oppure posso acquistare una porta nuova. Questa «Porta Nuova» è dunque arrivata. Basta ribaltare quello che ha detto l’avversario (nuova e successiva «torsione»); basta leggeri una dichiarazione ai giornali della Schlein e poi passarla su Chat GP4 leggendola dalla fine verso l’inizio: «ribaltandola». Tanto il punto debole lo si trova sempre, a volerlo cercare. Basta ribaltare, capovolgere, invertire e rovesciare: quando un politico di sinistra in untalk show dice qualcosa di oggettivo e quindi inoppugnabile (in sostanza tale da dover essere pacificamente condiviso e dalla destra e dalla sinistra) allora basta fare un «no, no» con la testa o un risolino … Senza arrivare ai mitici «capra, capra» di Vittorio Sgarbi. Dunque? La politica proposta da questa destra-destra di governo non si basa su assunti autonomi, autoctoni e autarchici, no! Si basa sul «ribaltamento». Del resto, se non ci fosse stato il «mondo a favore», il generale Vannacci mai avrebbe potuto scrivere il «mondo al contrario». Io non propongo e faccio una cosa originale, mi limito a «rovesciare» quello che hai detto tu. Una politica, in sostanza, è questa nella quale basta aspettare un’idea, una proposta, un qualche «senso» per avere scaturita, come se nulla fosse, la propria «progettualità»: appunto, «agendo al contrario». Per cui: non una politica che parte da «qualcosa» di proprio; ma, piuttosto, che parte da «qualcosa» di «estraneo» (che si trova «fuori») di essa e lo «ribalta»: producendo la propria «proposta di senso». In qualche maniera siamo di fronte alla mancanza di «intenzione». Le neuroscienze ci avvisano che «coscienza» e «intenzione» costituiscono l’intelligenza umana. Se l’«intenzione» è vicariata e non è «autonoma» l’intelligenza per muoversi è come se avesse bisogno di una «molla». Il «mondo al contrario», finalmente realizzato, è dunque retrogrado, ha bisogno di una «spinta». Ha finito la benzina…
DOPO L’ATTACCO DELLA DESTRA, MELONI DICHIARA: «È LA SINISTRA CHE NON RISPETTA IL COLLE»
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Politica