Che la campagna elettorale avrebbe avuto come cavallo di battaglia il problema rifiuti era chiaro anche ai bambini.
Il tema d’altronde è sentito, è un problema serio che non riguarda questo o quel Comune bensì tutto il territorio metropolitano e si estende alle altre province della Calabria.
È il frutto di una mancata programmazione figlia di quasi un ventennio di commissariamento straordinario e di gestione del sistema da parte della regione, governata ora dal centro-destra, ora dal centro-sinistra.
Emergenza dopo emergenza, la dipendenza dal sistema delle discariche che era, o doveva essere, transitorio ed a termine, è diventato definitivo e risolutorio del problema rifiuti.
Fino al punto in cui l’emergenza è diventata insostenibile. I risultati sono sotto gli occhi (ed il naso) di tutti noi. Da Reggio a Melito, da Bagnara a Locri, dall’Aspromonte al mare.
Gli amministratori di buona volontà (e per fortuna ce ne sono tanti) si stanno arrabattando alla ricerca di soluzioni perseguibili. Il nuovo corso regionale ha annunciato di voler porre fine al business delle discariche private, ma in questo momento non ha soluzioni da offrire se non l’elemosina di qualche tonnellata in più da conferire presso questo o quell’impianto. E mi domando quale sia l’idea: puntare sui termovalorizzatori? Chiedere aiuto alle altre regioni? Ricondurre un sistema frammentato e pressoché ingestibile ad un gestore unico o più gestori per aree omogenee? Far camminare gli Ato sulle proprie gambe?
Al momento non si capisce né quale sia la strategia né quale sia la linea scelta. Al momento c’è solo l’urlo di disperazione che si solleva dalle città e dai paesi invasi dalla spazzatura. Urlo che ovviamente i più scaltri, quelli che pensano davvero che il popolo sia totalmente bue, canalizzano o tentano di canalizzare a proprio vantaggio, come cornice propagandistica di un quadro vuoto rappresentato dalla loro proposta politica.
A questi signori chiedo quale sia la soluzione che offrono da domani mattina al problema dei rifiuti. Qual è l’impegno che assumono davanti ai cittadini se domani questi vorranno conferire loro l’onore e l’onere di indossare quella fascia tricolore bollente.
E lo sanno bene quegli amministratori locali di centro-destra che hanno il problema in casa e che non riescono a dare risposte ai loro cittadini.
Sanno che ad un problema complesso deve corrispondere la complessità dell’impegno, non basta la semplicistica indignazione social volta a demonizzare l’avversario e a creare consenso senza offrire soluzioni.
Ciò che fondamentalmente occorre tener presente è che se la mattina del 22 settembre, dal balcone di palazzo San Giorgio si affacciasse una persona diversa da Giuseppe Falcomatà, le tonnellate di spazzatura che invadono le strade di Reggio non svanirebbero in virtù di una qualche magia. Attendiamo ancora di sapere quali proposte abbia da fare quella parte politica che ancora oggi rappresenta l’opposizione in consiglio comunale e che guida la Regione da sette mesi.
Se hanno una soluzione in tasca e non l’hanno data, non vogliono bene alla città.
Se non ce l’hanno lo dicano in tutta onestà, così i cittadini potranno scegliere consapevolmente tra chi, tra mille problemi (sociali, finanziari, burocratici) ha cercato di rimettere la città su binari di normalità e chi attende solo di prendere il suo posto, ma non ha soluzione ai problemi che denuncia.