Criticare senza proporre o facendo proposte non supportate da alcuna valutazione di fattibilità è un esercizio sterile, utile tuttalpiù come sfogatoio personale o, come ultimamente spesso accade, per acchiappare qualche like o qualche effimero consenso cercando di manipolare persone ormai esasperate.
La risoluzione dei problemi, quindi, non ha nulla a che vedere con la critica fine a se stessa ma con la proposizione di soluzioni sostenibili, normativamente ed economicamente possibili, inserite all’interno di una strategia che tenga in considerazione il globale non soffermandosi solo al particolare. Un po’ come un medico che non si ferma solo a curare i sintomi bensì ne ricerca la causa trovando così la malattia che li provoca. Banalmente, quindi, sconfiggendo la malattia, i sintomi scompariranno.
Senza voler troppo semplificare, il governo di un territorio deve tener conto nel suo complesso di tutte le criticità e potenzialità presenti.
Parlando di turismo, proprio in quanto fenomeno fortemente trasversale e articolato, non ci si può soffermare ai sintomi (il numero irrisorio di turisti ad esempio) ma si deve comprendere perché un territorio naturalmente vocato non riesca a creare le minime condizioni per generare dei flussi i quali potrebbero diventare la sua vera e primaria fonte di ricchezza.
Le soluzioni ci sono, basta volerle mettere in atto. Non sono semplici, intendiamoci. Al contrario di quello che tanti vogliono far credere, non possono esistere soluzioni semplici a problemi complessi.
Per creare un volano turistico si deve agire in modo multidisciplinare: nell’ambito dei trasporti, delle infrastrutture, dei servizi, del decoro urbano giusto per citare alcune aree d’intervento. Si deve inoltre formare la comunità stimolando la cultura dell’accoglienza che passa anche attraverso il rispetto e la valorizzazione della cosa pubblica sia essa una spiaggia, un parco, una piazza, e la conoscenza delle ricchezze che possiede siano esse materiali o immateriali. Per ultimo, non certo per importanza, si deve creare rete tra pubblico e privato, tra i vari enti che hanno competenze spesso sovrapposte o sovrapponibili, tra le realtà che già operano nel settore, tra gli attori del tessuto imprenditoriale e commerciale realizzando, oltre a ciò, un sistema incentivante per chi voglia investire producendo ulteriore offerta.
Tutto questo, poi, deve essere supportato da un serio progetto di promozione e marketing territoriale che possa dare vita ad una narrazione appetibile, coerente e rappresentativa, avendo ben presente i vari target di riferimento scelti in relazione alle peculiarità che il nostro territorio esprime.
Un lavoro enorme che potrebbe essere attuato solo dotandosi dei giusti strumenti.
Da tempo come Confesercenti Reggio Calabria ci battiamo per la creazione di una DMO, acronimo che sta per Destination Management Organization. Uno strumento già utilizzato in molti territori turisticamente sviluppati, che mette insieme pubblico e privato e ha come unico scopo la gestione coordinata di tutti gli elementi che costituiscono una destinazione turistica. Un organismo, quindi, che abbia competenze e fondi per creare quell’unità di intenti e di azioni che trasformino un desiderio, ormai consunto dal tempo e dalle troppe parole, in realtà.
Questa è una proposta concreta che si affianca a un’iniziativa, piccola se vogliamo, ma rivelatasi efficace ed apprezzata: la webapp www.reggiocalabriaguide.it che, questa estate, è stata utilizzata da un ragguardevole numero di turisti e reggini i quali hanno potuto vivere il territorio con maggior consapevolezza delle tante proposte e degli innumerevoli luoghi incantevoli da visitare.
Quindi fermo restando le critiche, sacrosante purché costruttive, è importante, per cambiare realmente le cose, che esse siano accompagnate da proposte sostenibili e adeguate oltreché da iniziative concrete che vadano nella direzione di fornire servizi innovativi incoraggiando e favorendo, al contempo, la realizzazione di reti collaborative.
Questo vuole essere l’approccio di Confesercenti Reggio Calabria: affrontare i problemi con una visione strategica, intervenendo laddove possibile con iniziative utili e proponendo soluzioni percorribili. La strada da perseguire, dal punto di vista di approccio e concetto, per cercare di incidere realmente evitando di avanzare pretese o progettualità inattuabili quanto improbabili o, come altrettanto spesso capita, di fermarsi al trito e ritrito “piove governo ladro”.