Zucchero e caffè
Alla presidente Meloni in visita a Caivano, ci piacerebbe raccontarle di una usanza del nostro Sud. Fino a qualche tempo addietro, in caso di eventi gravi, malattie, disgrazie o lutti, c’era la consuetudine di andare a fare “visita” alla malcapitata famiglia. Era un modo di dare dimostrazione dell’affetto e della vicinanza a chi si trovava in una condizione di difficoltà. Chiunque andava a fare questa “visita” portava in omaggio zucchero e caffè e questo perché c’era la consapevolezza che agli accadimenti tristi o tragici seguono sempre bisogni di ogni tipo e che la solidarietà, quella vera, si esprime sempre con un contributo. Non importava quanto si fosse poveri o ricchi, ognuno contribuiva con la quantità di zucchero e caffè che la propria condizione economica gli consentiva e non importava quanto fossero povere o ricche le famiglie che ricevevano, l’omaggio era uguale per tutti . Zucchero e caffè erano un segno tangibile della voglia di contribuire in qualche modo, ma con qualcosa che non avesse il sapore dell’elemosina e non determinasse l’imbarazzo di un bisogno e, soprattutto, erano l’espressione di una volontà di partecipazione lontana da umiliante pietismo. Nelle case povere che ricevevano zucchero e caffè spesso, soprattutto dopo lutti, non c’era neanche il pane che forse sarebbe servito di più, ma in quell’omaggio c’erano segni tangibili di un emblematico rispetto ed una presupposizione di uguaglianza. Vede Presidente, dovrebbe fare tesoro di questa usanza e comprendere che quando si decide di andare in luoghi nei quali si è certi d’incontrare dolore, bisognerebbe farlo in punta di piedi, con attenzione e cura, senza ridondanza e clamore. Le visite, anche le sue, servono a poco senza un concreto contributo ed un profondo rispetto, e servono ancora meno se non esprimono la consapevolezza di una uguaglianza per affermare la quale si è disposti a lottare ed anche a perdere consensi. Ci auguriamo che la sua visita a Caivano non si riveli l’ennesima parata e l’ennesima sterile azione di egocentristica propaganda. Vorremmo credere di no, ma vede Presidente, abbiamo ancora troppo chiaro il ricordo di quel consiglio dei ministri a Cutro, svoltosi frettolosamente, senza che abbiate sentito il dovere di andare a dare un ultimo saluto alle vittime di quella tragedia o quello di offrire conforto ai superstiti. Chissà, magari Caivano la ispira di più e poi, si sa, in Campania il caffè è più buono, chi potrà dirle nulla se, ancora una volta, andrà solo a consumarne uno...Conclude la presidente della Federazioni Civici Europei Francesca Straticò.