Le navi che passano, oggi, per lo Stretto di Messina non hanno limiti di altezza. L’attuale progetto del Ponte sullo Stretto prevede, invece, un franco libero del sottoponte di 65 metri dal livello del mare. Già nel presente, navigano per i mari del mondo navi container e navi da crociera che superano l’altezza di 65 metri dal livello del mare e sono in progettazione per il futuro nuove navi alte più di 75 metri. Costruire il Ponte secondo l’attuale progetto significherà, quindi, escludere il Porto di Gioia Tauro dai circuiti internazionali marittimi delle navi containers provenienti o dirette in oriente, soprattutto in Cina e in Giappone, le quali, non potendo passare per lo Stretto di Messina, per giungere a Gioia Tauro, dovrebbero circumnavigare la Sicilia, cosa economicamente sconveniente e che costringerebbe alla deviazione del traffico marittimo verso i porti di Palermo, Napoli, Livorno e Genova o, addirittura verso il nord Europa.
Con l’esecuzione di quanto previsto dall’attuale progetto del ponte verrebbe decretato il fallimento dei trasporti in Calabria, sia di quello marittimo che di quello ferroviario perché le migliaia di treni che, ogni anno, partono dalla stazione di San Ferdinando, costruita per servire il Porto Gioia Tauro, scomparirebbero per la mancanza di container da trasferire da nave a nave o da nave a treno con tragiche conseguenze per l’economia della Calabria .
Ma, i disagi a cui non si sta dando la giusta attenzione sono anche altri e di non poco conto. Infatti, per garantire la sicurezza del trasporto via nave che debba attraversare lo Stretto fra Scilla e Cariddi, durante i lavori di costruzione, verosimilmente, sarà interdetto il transito alle navi che, passando sotto il cantiere, potrebbero causare o ricevere incidenti con conseguenze gravi per i lavoratori applicati sull’impalcato o per le navi che attraversino il tratto sul quale si lavori.
Domenico Francesco Richichi (Direzione regionale PD Calabria, ex Assessore Comune Reggio Calabria)