Se un cittadino prima ancora che un turista avesse voluto farsi nei giorni scorsi o fare ancora oggi una normalissima passeggiata sul un lungomare qualsiasi dei famosi 800 km di costa calabrese avrebbe incontrato ed incontrerebbe serissime difficoltà a trovare aperto non diciamo un lido con ombrelloni (impossibile, impensabile, blasefmo!) ma neppure un bar per un bicchiere d’acqua o fruire di un servizio, soprattutto ad esempio per le categorie più fragili (anziani, donne incinte, bambini, etc).
Ferragosto – dichiara Ferruccio Colamaria, presidente provinciale di UdiCon Cosenza – non può più essere considerato, alle nostre latitudini, l’assurda e manicale linea di demarcazione tra il sole e le tenebre, tra la possibilità di fare attività commerciali ed il deserto totale, perché così continuando non saremo mai in condizione di poter minimamente non diciamo competere ma finanche parlare seriamente di turismo.
La responsabilità principale – continua – è sicuramente delle rete imprenditoriale o sedicente tale. Ma il ruolo che gli enti locali posso e debbono avere è fondamentale. Salvifico. Strategico.
La sfida e la proposta? Emulando quanto già accade in destinazioni turistiche calabresi di successo, le amministrazioni comunali – sostiene – coinvolgano ed incentivino i gestori in concessione delle licenze stagionali ad un minimo di giorni di apertura obbligatoria, anche a garanzia della fruibilità del servizio pubblico dalle stesse comunque erogato. Si dialoghi quindi con la rete dei gestori e si costruisca con loro una prosecuzione della stessa capacità attrattiva della destinazione.
È però inammissibile – prosegue richiamando l’attenzione di tutti i diversi soggetti coinvolti – che vengano affidate concessioni demaniali ad uso balneare a soggetti che impiantano gli stabilimenti a fine luglio e spicchettano gli ombrelloni già nella terza settimana di agosto. Serve maggiore controllo? Forse sì. Servono certamente incentivi diversi per sollecitare, pur sempre nel rispetto delle dinamiche del mercato, l’effettiva destagionalizzazione nella rete commerciale, dimostrandone i benefici economici complessivi.
E cio vale – sottolinea – soprattutto in questa fase nuova di emersione di nuovi turismi e differenziazione internazionale dei target, con attenzione rinnovata verso tutto ciò che è fuori stagione ed esperienziale.
Al netto di Tropea, unica destinazione calabrese che numeri alla mano continua a far registrare il tutto esaurito ininterrotto dai primi mese dell’anno ed anche in queste settimane, non sono pochi neppure nei nostri territori i viaggiatori che, a prescindere da programmazioni milionarie per intrattenimento estivo nelle piazze, hanno scelto e scelgono fine settembre come mese delle loro vacanze. Purtroppo, dallo ionio al tirreno, questi sventurati trovano attività ricettive chiuse. Esattamente come oggi capita al turista che dovesse decidere di fermarsi anche solo per un aperitivo, pur con le temperature alte di questi giorni che invitano ad andare al mare, su uno dei più grandi litorali comunali d’Italia, quale quello di Corigliano-Rossano. È assurdo! Così come è assurdo – conclude Colamaria – parlare di turismo a tutti i livelli se la fotografia resta questa e la disattenzione istituzionale in merito pure