Un "orientamento" di Prefettura, in assenza di normativa, può incidere sulla costituzione di Fondazioni private, attribuire onorabilità o meno a donne e a uomini politici che, sulla scorta dell'insegnamento di Gandhi, hanno "provocato" il diritto vigente, hanno denunciato la propria disobbedienza civile come "criminale", non per deporre il "Diritto" ma per stimolare la Democrazia e l'affermazione della "Legge nuova", più coerente con l'evoluzione storica di un Paese.
Chi penserebbe oggi, infatti, che le azioni politiche di Marco Pannella o di Rita Bernardini, realizzate negli ultimi decenni sulla "Cannabis legale" e contro le attuali norme criminogene "anti-droga", siano opera di delinquenti senza scrupoli, indegni di partecipare alla vita civile del Paese, di contribuire ai lavori di una Associazione o di una fondazione?
Sono giustamente interpretate, invece, come "battaglie politiche" - condivisibili o meno - che hanno il pregio di provocare il dibattito tra i cittadini, di progredire in termini di conoscenza.
All'interno del "Partito Radicale Nonviolento, Transpartito e Transnazionale”, come in una assurda nemesi anti pannelliana, questi approcci e valori, invece, non contano e anche le storiche battaglie radicali e liberali contro la discrezionalità dei Prefetti, vengono dimenticate e utilizzate per far fuori l'avversario politico interno, per affermare l'Uno, l'Unico, il Leader al comando che, purtroppo, non è più Marco Pannella. (https://www.google.com/amp/s/www.ilriformista.it/fondazione-pannella-scaricata-rita-bernardini-follia-299222/amp/).
Rita Bernardini, in estrema sintesi, è stata cacciata da "casa sua", estromessa dalla Fondazione Marco Pannella perché priva dei requisiti di onorabilità previsti in un indirizzo di Prefettura, necessario per "riconoscere" l'Ente e farlo accedere al 5 per mille.
La colpa? Le battaglie storiche per la cannabis legale, le azioni di disobbedienza civile.
Per i solerti funzionari di prefettura, lo stesso Pannella non potrebbe sedere tra gli amministratori della Fondazione che porta il suo nome, proprio per le stesse motivazioni che oggi escludono la Bernardini (https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid032Ahe7qn7RL2TkcPnCxUeTDvcg3pQwfGJN7peTSrWqgfzaCMjguX5yUXpBwkmBkcDl&id=661637937)
E il segretario attuale dei Radicali, Maurizio Turco, invece di insorgere contro l'abuso, a tutela dei diritti civili e delle prerogative di un Ente privato, invece, quindi, di evocare lo spirito pannelliano a favore dello Stato di Diritto Liberale, sembra adeguarsi in maniera interessata, epurando un'irregolare come la Bernardini.
Devo dire la verità: non sono per nulla sorpreso degli eventi.
Ho da tempo maturato la scelta di iscrivermi a Nessuno Tocchi Caino (soggetto della "galassia radicale" impegnato da sempre sui temi della "giustizia giusta" e di cui Rita Bernardini è presidente) e non alla piccola ridotta del Partito "radicale" di Turco.
Ho sperimentato la distanza politica enorme tra i due mondi.
Sarebbe semplice parlare di "eredità" pannelliana e farlo, forse, sarebbe tanto semplice quanto erroneo.
Si dovrebbe parlare, meglio, infatti, di "Compresenza".
Pannella è Compresente nelle battaglie di Rita Bernardini, lo si capisce chiaramente, lo si scorge guardandola negli occhi.
Come Pannella, infatti, Rita mi sembra non possa distinguere il rapporto politico da quello umano, non c’è differenza: la politica è per l'esistenza (e per le esistenze degli ultimi e degli emarginati) e l'esistenza è per la politica.
Anche nella "prassi mistica" di Pannella era presente questo afflato, credo lo abbia preso da Aldo Capitini, il poeta disarmato dell'Omnicrazia.
Si tratta, in fondo, di una forma speciale di Religione Aperta.
Una "apertura" che fa assonanza con Società Aperta, Liberalismo, Liberalsocialismo.
Io sono una doppia tessera - NTC E PD - e sono profondamente conscio del fecondo paradosso e della complessità tragica che "muove" da sempre la Sinistra italiana, con gli enormi limiti del cedimento culturale di molti - ma ormai non della maggior parte - al Giustizialismo.
La lezione di Pannella, di Rita Bernardini, di Emma Bonino, di Sergio D'Elia l'abbiamo introitata, l'errore è compreso: quelle tante visite improvvise, nelle carceri infuocate e sovraffollate, che portano sollievo dove si genera dolore e suicidio, non sono avvenute invano.
Lo vedo e lo vivo nei Circoli e nei Territori (io sono calabrese).
Il robusto innesto di temi radicali nel campo largo democratico, socialista, popolare e radicale (di "radicalità" parlò anche Letta appena divenuto segretario PD) mi sembra sempre più necessario, importante, decisivo.
La scorsa estate, proprio in Calabria, ho incontrato Maurizio Turco.
Come esponente del circolo PD locale e iscritto NTC ero stato invitato, insieme ad esponenti della Lega, ad un dibattito sugli ultimi Referendum Giustizia (io sono favorevole e mi batto per i contenuti di quei quesiti, purtroppo boicottati in primis dalla Corte costituzionale).
In quell'occasione ho avuto la netta sensazione che il legame tra il partito di Turco e Salvini trascendesse la necessità tecnica dell'aggancio ad una forza popolare per sostenere i temi storici del PR.
L'ho capito dalla speciale "aggressività" politica che Turco ha dedicato alla peculiare posizione dei "favorevoli" a Sinistra, bollandola come minoritaria, eccezionale, inutile, individualistica. Nessuna attenzione veniva riconosciuta al travaglio interno di un mondo - la Sinistra - che ha bisogno del "sale radicale", dello stimolo e della provocazione e non di un disdegnoso distacco.
Andava tutto bene, e va ancora tutto bene, invece, per Turco, all'interno della Lega.
E per questo, probabilmente, occorre eliminare politicamente gli avversari interni che da tempo stanno sollevando dubbi su questa "vicinanza" dissonante tra dirigenza radicale e leghisti.
Non conta il garantismo classista praticato a Pontida (il carcere per immigrati e drogati, l'impunità per possidenti armati stile "far west"), non conta l'autoritarismo illiberale, ne' i patti stretti tra le "fondazioni" Lega Nord e Partito di Putin (altro che l'immoralità prefettizia sancita per la Bernardini !), non conta la strumentalizzazione del messaggio libertario radicale piegato all'esigenza - prossimamente, con l'uomo del Papeete di nuovo in pista - di "sequestrare" qualche altra nave di disperati fuori i porti di Roccella o di Soverato.
Tutto questo non conta per Turco, almeno così mi pare; importa solo l'alleanza ormai strutturata con la Destra Salviniana, in un'ottica di rinnovata "rivoluzione conservatrice".
È ovvio che le cose non possano più andare avanti così per tanti radicali, è ovvio che, da molti, gli interventi domenicali del segretario Turco su Radio Radicale siano interpretati come una vera e propria "Radio Bestemmia" che oltraggia il ricordo dei mitici colloqui/scontri tra Pannella e Bordin.
Tutto questo, però - e per me è chiarissimo - non deve portarci ancora a parlare di "eredità", di purezza, di autenticità, di identità.
Si fottano tutte le eredità senza merito!
Tutte le "successioni" benedette dalla natura, dal caso, dalla filiazione legittima o meno!
Le si tassi pure e bene, invece! (è questo un principio liberale che Letta ha ben compreso, in altro più ristretto contesto).
Anche le eredità "spirituali" vanno "tassate" e, più propriamente, "cassate", perché sono sempre un tradimento dell'Assente.
Ciò che vale, infatti, in Politica, nella Vita e nella Religione della Libertà e del Tu-Tutti (che, poi, sono tutte declinazioni della stessa "Cosa"), ciò che vale, mi ripeto, non è il trasferimento di beni e/o di autorità politica "mortis causa", è, invece, la Compresenza dei morti e dei viventi, l'operatività qui ed ora, ad esempio, di Marco Pannella e di Aldo Capitini:
la "Realtà Liberata" della loro continuità e durata che da' forma alle cose, attraverso le nuove generazioni di "persuasi".
Questa forma e questa durata è in Rita Bernardini, è del tutto evidente, e ciò basta a sancire un aut aut risolutivo.