“Un giornalismo serio fa ricerca di verità e scende da cavallo!
Vorrete perdonarmi se solo ieri vi ho inviato una lettera, per denunciare il fatto che quasi tutti i media, tranne qualche lodevole eccezione come il Manifesto, non davano risalto o notizia dei gravi avvenimenti che si stanno protraendo dal 13 aprile a Gerusalemme Est.
Oggi ve ne scrivo un’altra, prometto che non diventerò un’assidua scrittrice di lettere aperte rivolte ai media italiani per sollecitare un giornalismo di ricerca di verità. Mi fermerò qui, ma vi pregherei però di leggere questa mia e in qualche modo di rispondere alle affermazioni e interrogativi che vi sono contenuti. Oggi vedo che i media ed anche ieri le tv hanno dato notizia dei feriti negli scontri a Gerusalemme Est. Nessuno riporta però che le Nazioni Unite, l’Unione Europea e il nostro governo continuano a denunciare Israele per la violazione della legalità internazionale ed a ribadire che Gerusalemme Est è occupata militarmente da Israele fin dal giugno 1967 e che dovrebbe essere una città condivisa per due popoli e due stati.
Ma Gerusalemme continua ad essere militarmente occupata ed i palestinesi di Gerusalemme non hanno un passaporto, sono considerati residenti temporanei nelle loro case, non vengono concessi loro permessi di costruire nuove case, da anni vengono scacciati e deportati. Basterebbe che i giornalisti e i corrispondenti leggessero i documenti Onu dell’Ocha o guardassero i video e le denunce delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani israeliani da BetSelem, a Ir Amin ad Hamoked, che parlano del sistema di apartheid instaurato da Israele. Naturalmente lo affermano e soprattutto lo vivono sulla loro pelle i palestinesi e le loro organizzazioni per i diritti umani.
Nelle corrispondenze da Gerusalemme si parla della protesta dei palestinesi per “case contese”, nei documenti e nella realtà le case dalle quali le famiglie palestinesi sono state evacuate o che stanno per essere evacuati da Sheik Jarrah sono di loro proprietà. Erano state costruite dall’Unrwa per i profughi palestinesi che si sono riversati su Gerusalemme Est dopo che erano stati cacciati da quella che fino al 14 maggio 1948, data della fondazione dello Stato d’Israele, si chiamava Palestina.
La rivolta di Sheik Jarrah è una rivolta contro l’occupazione militare israeliana, è una rivolta non solo per non essere cacciati dalle loro case ma per riuscire ad essere liberi cittadini nella loro terra e non ospiti che possono essere cacciati ad ogni momento, e scalda l’anima sapere che giovani e non giovani israeliani a Sheik Jarrah, sono al fianco dei palestinesi per dire no all’occupazione e ai coloni.
Perché non raccontate chi sono i coloni? Delle loro aggressioni quotidiane contro le persone, le case, le greggi, gli alberi, del furto di terra, acqua risorse in tutta la Cisgiordania, eppure le notizie ci sono, sono su tutti i social e nei documenti ufficiali delle Nazioni Unite.
Perché non dite che nel parlamento israeliano sono entrati estremisti fondamentalisti che sostengono che i palestinesi devono essere tutti cacciati per far posto alla grande Israele.
Perché non raccontate degli arresti e abusi dei minori, delle migliaia di palestinesi incarcerati, della pratica della detenzione amministrativa.
Perché non trasmettete le immagini della violenza dei soldati contro pacifici manifestanti o delle incursioni notturne nelle case.
Perché non mostrate film e documentari di registi palestinesi ma anche israeliani e internazionali.
Potrei continuare all’infinito sulle ingiustizie subite dai palestinesi.
Ma certamente sapete tutto questo e allora perché non ne parlate e vi rendete complici delle violazioni della legalità internazionale e dei diritti umani commessi da parte dello Stato israeliano?”
Luisa Morgantini, già Vicepresidente Parlamento Europeo
Presidente AssopacePalestina Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. tel. 3483921465
Da Bollettino CIVG 17.5.21