Lunedì, 01 Luglio 2024

                                                                                                                                                                             

 

                                                                                                                                                                                                          

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ELOGIO DI VITTORIA FERDINANDI, SINDACA DI PERUGIA

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Vittoria Ferdinandi è nata a Perugia 37 anni fa. Dopo i ballottaggi di domenica e lunedì 23 e 24 giugno 2024 è il nuovo sindaco di Perugia. La Ferdinandi è una psicologia clinica. Dal 2021, Cavaliere della Repubblica Italiana. La Ferdinandi ha, infatti, aperto, nel centro di Perugia, un ristorante chiamato «Numero zero». In esso la donna ha dato lavoro a persone con problemi psichici. Questa vittoria (e la lista che ha portato al successo elettorale si chiama, appunto: «Allenza per la vittoria») non è soltanto la prima prova del cosiddetto «campo larghissimo» (Partito Democratico, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione e alcune liste civiche) ma anche una «vittoria» umana, morale e civile. La Ferdinandi, a ridosso, del successo ha dichiarato: «il nostro progetto politico ha dimostrato questa grande novità, partiti, movimenti e forze civiche che si uniscono al di là di ogni schema di posizionamento, al di là di ogni appartenenza. Abbiamo dimostrato che questa coalizione, questa alleanza molto ampia, rappresenta per noi un elemento di ricchezza» e ha aggiunto che si tratta di «Un inizio di una grande riscossa e di una nuova cultura politica». Certo, il «dato politico» è importante: se mai c’è stata una forma di ampio consenso popolare (e non c’è stata affatto, visto che alle passate elezioni politiche ha votato solo il 63,91% degli italiani rispetto ai quali il partito dei Fratelli d’Italia ha conseguito solo il 26,98% dei voti quindi solo 7.301.303 italiani su 60.000.000 hanno dato la loro fiducia al partito di Giorgia Meloni …) riguardo la coalizione la cui espressione è il governo guidato da Giorgia Meloni: oggi questo «consenso» non c’è più. Infatti la «vittoria» di Perugia deve unirsi a quelle di Cagliari, Firenze, Bari, Campobasso, Potenza e Vibo Valenzia a dimostrazione di una «riscossa» di un «rinnovato» centro-sinistra adesso non più soltanto «largo» da includere molte delle sue anime ma addirittura, come a Perugia, «largissimo» a includerne tutte. Certo, si diceva, il «dato politico» perugino ci esprime la certezza della «fine» di un certo «consenso/adeguamento» alla coalizione di governo che, sicuramente, adesso non è più in possesso di un «fondamento» dato per scontato. Ma nel caso dell’elezione Del Cavaliere Vittoria Ferdinandi quello che più conta è il «dato civile». O meglio, i due «dati» (politico e civile) si vanno a intersecare in un'unica constatazione di tipo «morale». Il «disagio psichico» attraversa un territorio che non è quello dei calciatori e delle veline. Si tratta di un territorio spesso sottaciuto, occultato, fatto anche di violenza di malessere continuo, di esclusione. In un Paese abituato ai Festival di Sanremo, alle partite degli Europei di calcio, ai «nani e le ballerine», al trash televisivo, al «politicamente corretto» che utilizza anche la cosiddetta «tv del dolore» per fare audience e che ci vuole tutti «belli, sani, occidentali e positivi» esiste anche un'altra realtà – parallela e anche forse più triste di quella dei sei milioni di italiani che vivono in stato di  «povertà assoluta». I «malati di mente» sono, come diceva Francesco De Grregori (nella canzone I matti): «senza la patente per camminare» ma grazie a Vittoria Ferdinandi possono «lavorare»; hanno un loro «posto nel mondo»; posso dirsi «inclusi»; vivono. «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro», sul lavoro di chiunque, sul lavoro anche di chi «non ha la patente per camminare». Dunque a Perugia, sia pure attraverso un ballottaggio il cui esisto è stato risicato, non c’è stata davvero partita. La «vittoria» di Vittoria Ferdinandi è stata una «vittoria» di civiltà. Che ci da la «speranza» che in questi anni di «sonno» rispetto all’interesse politico (specialmente nelle giovani generazioni) possa risorgere una nuova stagione di «impegno civile»!

 

 

 

 


 

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